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DOCUMENTI/Didattica a distanza

24/03/2020

da OrizzonteScuola

Didattica a distanza, consigli utili per la sua messa a punto, riprogettazione e valutazione

di Antonio Fundaro

Che cosa succede a scuola: la scommessa dei docenti, le preoccupazioni degli alunni e dei genitori, le strumentalizzazioni e le mortificazioni

Come abbiamo più volte detto, a seguito del DPCM 8 marzo che ha prorogato la sospensione dell’attività in aula (anche se, è chiaro a tutti, tale termine sarà certamente prorogato a seguito della crescita della diffusione del COVID-19 sul territorio nazionale), è stato necessario provvedere a puntare, nell’immediato (spesso senza una reale formazione dei docenti e senza, purtroppo, la possibilità di garantire a tutti gli alunni un pc o un tablet), sulla Didattica a distanza, sulla sua implementazione, sulla ri-progettazione dei piani di lavoro o delle micro-abilità e sulla rimodulazione della tipologia della valutazione.

Una sorta, in questo caso, di una rinnovata rubrica valutativa che, per necessità, deve essere riconsiderata anche nella sua struttura. Molte scuole, talvolta improvvisando delle forme di riunioni virtuali hanno definito il piano di sviluppo della didattica a distanza fissando quella che è da considerare finalità principale, ovvero, anche se alcuni docenti lo hanno dimenticato, quello di mantenere vivo il dialogo educativo e formativo con gli studenti e con le famiglie. Mantenere vivo il dialogo non vuol dire affatto trasformare le piattaforme in luoghi virtuali dove catapultare compiti, spesso (meglio: assai spesso) frutto più di una frustrazione del docente “isolato” che di una reale visione d’insieme del percorso formativo, didattico ed educativo dei propri studenti.

Il senso della didattica a distanza

Dicevamo, il senso della didattica a distanza. Il senso ma anche la necessità. In questa fase di particolare criticità, è necessario, prioritario, indifferibile che la scuola italiana si proponga come punto di riferimento, come snodo chiave per far sì che gli studenti percorrano quel sentiero, divenuto tortuoso, che li porterà ad acquisire, nonostante sia necessario rimodulare le micro-abilità, le competenze richieste dal profilo in uscita, e anche e forse quel senso di responsabilità e coscienza del proprio fare nell’ottica della cittadinanza partecipata, solidale e, principalmente, attiva. Attiva come dovrebbe continuare ad essere la scuola. E per essere attiva è necessario che sia competitiva e che gli insegnati comprendano non tanto l’importanza della scommessa educativa, quanto, piuttosto, la necessità di capovolgere la loro visione della scuola e, peggio, la visione che essi (una parte, naturalmente, e pochi per fortuna) hanno di sé nel processo formativo. Taluni, infatti, continuano a ritenersi attori principali, registi, scenografi e direttori di luci e fonica, non sapendo che la tecnologia offre, se vogliono, un ruolo strategico ma più marginale di quello che si sono ritagliati, talvolta, sulle spalle dei propri alunni.

La normativa e la didattica a distanza

Evidentemente non è mai esistita una specifica normativa sul la didattica a distanza. Dunque, in Italia, essa trova fondamento nel decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. (20A01278) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.47 del 25-02-2020 che, come più volte detto, all’articolo 1, comma d) recita “i dirigenti scolastici delle scuole nelle quali l’attività didattica sia stata sospesa per l’emergenza sanitaria, possono attivare, di concerto con gli organi collegiali competenti e per la durata della sospensione, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”. Questo aspetto ma non trova precedenti, come dicevamo, nel nostro ordinamento giuridico, né nel Contratto collettivo nazionale di lavoro che nelle disposizioni contenute negli articoli 28 e 29 non prevedono obblighi prestazionali sostitutivi in capo ai docenti, da osservare in via telematica, per quanto riguarda sia le attività di insegnamento che le attività funzionali. Ma, a fronte delle polemiche inutili che talvolta innescano talune organizzazioni, i docenti italiani hanno, con responsabilità, mostrato immediatamente senso delle istituzioni e, più ancora, rispetto del loro ruolo.

La formazione a distanza ha una lunga storia e non è assolutamente recente

La FAD, che risale a poco prima la metà del secolo XIX, nasce per rimuovere i limiti spazio-temporali che contraddistinguevano la formazione tradizionale. Condizionata dallo sviluppo concomitante delle tecnologie della comunicazione, la Formazione a distanza è stata sin dall’inizio la manifestazione dei bisogni culturali, storici e dei bisogni economici della società in cui era nata. Tenendo a mente il mezzo utilizzato è possibile riconoscere tre diverse livelli generazionali relativi alla FAD.

La FAD di prima generazione

La Formazione a distanza, quella definita di prima generazione germoglia attorno alla metà dell’Ottocento e adopera come sostegno per la sua espansione la corrispondenza. Lo sviluppo delle poste permise l’invio, finalmente, di materiali didattici. E ciò avveniva in tempi equilibrati, nonostante, talvolta, fosse su grandi distanze. Nuove abilità sono, così, illustrate, unitamente alle istruzioni sul metodo di studio. Tale offerta culturale, sia educativa che formativa, viene somministrata da Enti privati, è a pagamento ed è collocata affinché si soddisfino le richieste delle fasce sociali più agiate. Fu Isaac Pitman, ideatore della stenografia, a fondare, nel 1840, il “penny post”, che può a buona ragione considerarsi il primo corso FAD di cui si ha una certezza testimoniale. A seguire, per imitazione, nell’Europa industrializzata si radicano una serie di iniziative che trovarono immediatamente consenso e un certo entusiasmo. Nel 1856, poi, nasce a Berlino l’Institut Toussaint et Langenscheidt, nato per assicurare uno studio accurato e strutturato delle lingue a distanza. Nel 1873, negli USA, precisamente all’Illinois Wesleyan University nasce il primo corso universitario a distanza, e a seguire nel 1890 all’International Correspondence School, nel 1919 in Canada (a Vancouver) e nel 1922 in Nuova Zelanda giungono servizi formativi ai bambini e ai ragazzi residenti in zone territorialmente disagiate. I corsi di formazione primaria e secondaria, in alternativa alla formazione in aula, rappresentarono, sicuramente, la prima grande novità. Così, già all’inizio del 1900 la FAD non è più un fenomeno che riguarda solo le classi agiate ma diviene uno strumento per la formazione scolastica e professionale erogato sempre più da Enti istituzionali piuttosto che privati e a giovani piuttosto che ad adulti. Il primo corso universitario nasce nel 1921 a Salt Lake City, negli USA. Mentre, in Europa, nel 1926, nascono, i programmi educativi radio maturati intorno a Radio Lussemburgo, e intorno alla BBC, l’anno successivo.

La FAD di seconda generazione

L’avvento della televisione, avvenuta gradualmente, ma più massicciamente negli anni ’60, agevola la nascita della seconda generazione della “Formazione a distanza”. Le televisioni pubbliche, sotto la spinta di uno sviluppo economico postbellico, in piena industrializzazione, in Europa, si caricano di responsabilità facendosi garanti di una formazione pubblica attraverso programmi televisivi ben strutturati a tal proposito. A esempio la BBC lanciò un meraviglioso spot che pubblicizzava la scelta editoriale di puntare a “Istruire, informare, intrattenere”. Ma non solo le Tv inglesi. Diventano punti di forza della Formazione a distanza la energica penetrazione del mezzo, specialmente in quelle che sono considerate le fasce deboli e, prioritariamente, le fasce più necessitanti di cultura. La nascita del videoregistratore e delle videocassette determinerà una maggiore evoluzione della Formazione a distanza. Negli anni ’80 i floppy disk e, poi, i CD-Rom e i DVD permettono la nascita di corsi di auto-apprendimento.

La FAD di terza generazione

Sono internet, in primis, e le reti telematiche (in generale) a garantire il transito dalla società dell’informazione a quella che prenderà il nome di società della conoscenza. In questa società, quella della scuola che stiamo vivendo con intensità di partecipazione, tutti, principalmente gli studenti, possono compartecipare alla edificazione del sapere. Una conoscenza che incanutisce, potremmo dire, con molta velocità, e che necessita di una “just in time”. Di una modalità capace di giungere dovunque, ma non dimenticando che è necessaria una giusta modalità e una adeguata scansione del tempo. Mai ritenere, come dirigente o come docente, che i tempi possano sovrapporsi. Sbagliano ritenendosi detentori del tempo o, peggio, manipolatori del tempo. È impossibile pensare di fare didattica a distanza scandendo lo stesso orario dell’organizzazione della didattica in aula. Non capirlo è grave. Fare ciò lo è di più. Mortifica la scuola, mortifica i docenti, più ancora condanna gli studenti ad un fallimento certo, indotto da arroganza e da presunzione metodologica e educativa.

La FOL e la FAD di… quarta generazione

Si parla, così, di formazione on-line (FOL) come aggiuntiva e nuovissima evoluzione della FAD di terza generazione (verso una quarta… generazione) in cui è robusto e decisivo è il quel contributo che scaturisce dall’interazione comune. Numerosi sono i progetti di formazione on-line avviati sia nel settore del privato che in quello pubblico. Sfortunatamente, però, in Italia constatiamo che il divario con gli altri Paesi è alto. Un divario che nasce, talvolta, dall’incapacità di una rimodulazione dell’approccio alla formazione, anche se in tempi di Coronavirus

La progettazione della didattica a distanza

La progettazione della didattica a distanza si spinge verso l’ammodernamento dell’approccio metodologico della scuola a partire proprio da queste premesse per corrispondere ai molteplici bisogni di una comunità scolastica che si trova costretta a limitare la costruzione quotidiana di uno spazio privilegiato di crescita individuale e collettiva. La sfida è, e rimane, quella di trasformare la criticità di questa scuola “svilita dalla mancanza di finanziamenti” in opportunità. Una sfida che non possiamo perdere. La didattica online non può certamente sostituire le attività in presenza, né può compensare tutto ciò che succede in una normale giornata scolastica: le lezioni partecipate con i prof, le chiacchiere tra compagni, il bar all’intervallo, la campanella che a volte salva dall’interrogazione, gli spostamenti tra aule e laboratori e, perché no, l’ansia della verifica. Sono le cose che si ricordano per sempre, come gli adulti sanno bene. E come forse intuiscono anche gli studenti, ora che sono venute temporaneamente a mancare. Sebbene questi concreti limiti, la FAD è uno dispositivo metodologico e uno strumento digitale forte che permette di assicurare il diritto all’istruzione, di conservare un vicinanza diretta tra docenti e classe o un gruppo classe, e di avviare criteri e strumenti di apprendimento digitali che in futuro dovranno non potranno, dunque, come continuano a ripetere, sbagliando, alcuni) vantaggiosamente completare l’attività on-line, cambiando, in tale maniera, il presente momento critico in quello che proponiamo diventi (mettiamo un poco di fantasia) il, e non un, laboratorio unico e irripetibile di creatività didattica, considerevolmente denso di possibili sviluppi, nella prospettiva di una educazione sempre più aperta, sempre più democratica, sempre più inclusiva. La democrazia della FAD risiede, evidentemnete, nella possibilità di garantire a tutti l’accesso ad essa. Ovvero, evidentemente, nel possesso del PC o dell’IPad.

Il Piano di sviluppo della FAD e il computo dei giorni e delle ore di validità dell’anno scolastico

È ormai chiaro che, comunque, vada l’interruzione dell’attività didattica, determinato dai DPCM, non determinerà la non validità dell’anno scolastico. È evidente però che dovrà essere sempre dimostrabile che tutti gli alunni sono stati raggiunti, che tutti gli alunni siano stati provvisti di tecnologia in grado di permettere l’accesso alla FAD, che tutti gli alunni abbiano avuto garanzie sui diritti derivanti loro da interventi specifici previsti per i BES (non certificati), per i DSA e per gli alunni con disabilità. Il mancato intervento degli allievi alle lezioni online non concorre al computo delle assenze ma, se determinato da una colposa, talvolta dolosa, responsabilità delle scuole, allora sì che sarebbe grave davvero. Bene farebbero i dirigenti scolastici a predisporre uno screening quindicinale dal quale poter evincere il tasso di abbandono telematico. Un modo per non perdere nessuno, un modo per intervenire con ciascuno.

Patto di corresponsabilità

La didattica a distanza, naturalmente con più incidenza della didattica in presenza in classe, racchiude un attivo e più importante coinvolgimento, che prescinde i docenti e il loro intervento essendo determinato proprio da una forma di evasione FAD da parte degli allievi dalle attività che si propongono (la fuga è tanto maggiore quanto più incapaci sono i docenti di coinvolgere i propri alunni). È evidente che, auspicio di ciascun docente, è quello di avere, sempre e comunque, la maggiore e la più ampia partecipazione da parte degli alunni, rammentando loro che al dovere della scuola di avviare le modalità di FAD è collegato il dovere di compartecipazione per gli studenti. A tal riguardo, sarebbe il caso di richiamare, nelle circolari e nelle comunicazioni ufficiali, il patto di corresponsabilità educativa congiuntamente, quello firmato tra genitori, studenti e scuola, e, se previsto, far leva comunque sul concetto di attenta vigilanza. Ciò è di garanzia per permettere che all’impegno dei docenti nella FAD corrisponda l’altrettanto importante impegno, nel lavoro, degli studenti a casa. Sarebbe il caso, anche a garanzia della privacy dei docenti, che i dirigenti scolastici ricordino agli allievi che non possono propagare in rete le lezioni realizzate dal docente e le attività create o sviluppate con il docente e con i compagni. Ad esempio dovrebbe essere ricordato che è vietata la diffusione in rete di screenshot e di fotografie.

Potenziamento della didattica a distanza

La didattica a distanza, però, nonostante sia stata messa a sistema, necessità di un ulteriore potenziamento che si potrebbe, ad esempio, assicurare attraverso:

Riprogettazione disciplinare a cura dei singoli dipartimenti, fermi restando gli obiettivi imprescindibili di ciascuna materia; o, in alternativa, riprogettazione d’equipe pedagogica, nelle scuole primaria, per consentire la rivalutazione delle metodologie, degli strumenti digitali, dei materiali e dei tempi; o, infine, riprogettazione d’Intersezione per la scuola dell’Infanzia con particolare cura alle attività da coordinare in famiglia sulla scorta di quanto predisposto per una facile realizzazione di attività con la partecipazione dei genitori.

Coordinamento dei docenti di sostegno avendo cura di impegnarsi per concretizzare materiali didattici e assicurare strumenti di apprendimento conciliabili con gli obiettivi declinati dei singoli PEI.

Coordinamento tra docenti teorici e docenti tecnico pratici (nelle scuole secondarie di primo e secondo grado) al fine di programmare materiali didattici e video lezioni.

Programmazione di un calendario, anche quindicennale, di lezioni online a cura dei singoli CdC, CdI, C di Intersezione, per:

adattare l’orario curricolare dei singoli docenti avendo cura di evitare di considerare l’attività FAD come attività in classe, svincolando dunque le lezioni da quel monte orario che si dovrebbe dovuto assicurare con la didattica in presenza;

assicurare la concreta sostenibilità della lezione a distanza da parte degli studenti preferendo lezioni di massimo 20-30 minuti, anziché quelle fissate normalmente, comprensive dei tempi di collegamento;

assicurare un certo equilibrio delle discipline con attenzione alle materie professionalizzanti o alle discipline che assicurano le competenze di base (italiano, matematica e inglese).

Il Registro Elettronico e la sua compilazione

Il Registro Elettronico e la sua compilazione devono essere prioritari per assicurare un tracciato all’intervento educativo e didattico, anche al tempo della FAD. Nello specifico vanno assicurati:

descrizione compiti assegnati da remoto (tramite Classroom, mail, WhatsApp e simili) con l’indicazione delle relative scadenze previste (vanno fissate appositamente sul registro avendo cura di prevedere tempi distesi settimanali o plurisettimanali);

descrizione sintetica dei contenuti sviluppati in differita (per esempio, sul registro vanno indicate le videolezioni, sia quelle in differita che quelle in diretta, o gli eventuali link).

registrazione studenti presenti e assenti durante le lezioni online va possibilmente evitata nel senso della sua perentorietà (bisognerebbe annotare l’interazione con essi, anche quella determinatasi con lo scambio di mail, messaggistica, feedback);

annotazioni di tipo valutativo, in forma prioritariamente di commento (ricordando sempre la vera e prioritaria finalità, durante l’emergenza, dell’intervento FAD).

La valutazione alla competenza e alla libertà di insegnamento del docente

La nota ministeriale del 17 marzo 2020, la numero 388 affida la valutazione degli alunni alla competenza e alla libertà di insegnamento del docente, non dimenticandosi in questo percorso della coerenza con le abilità disciplinari e la loro declinazione in micro-abilità fissati in sede di progettazione disciplinare di istituto. Anche se la Nota 279/2020 aveva già descritto il rapporto tra attività didattica a distanza e valutazione

Nello specifico la circolare recita:

“Se è vero che deve realizzarsi attività didattica a distanza, perché diversamente verrebbe meno la ragione sociale della scuola stessa, come costituzionalmente prevista, è altrettanto necessario che si proceda ad attività di valutazione costanti, secondo i principi di tempestività e trasparenza che, ai sensi della normativa vigente, ma più ancora del buon senso didattico, debbono informare qualsiasi attività di valutazione. Se l’alunno non è subito informato che ha sbagliato, cosa ha sbagliato e perché ha sbagliato, la valutazione si trasforma in un rito sanzionatorio, che nulla ha a che fare con la didattica, qualsiasi sia la forma nella quale è esercitata. Ma la valutazione ha sempre anche un ruolo di valorizzazione, di indicazione di procedere con approfondimenti, con recuperi, consolidamenti, ricerche, in una ottica di personalizzazione che responsabilizza gli allievi, a maggior ragione in una situazione come questa. Si tratta di affermare il dovere alla valutazione da parte del docente, come competenza propria del profilo professionale, e il diritto alla valutazione dello studente, come elemento indispensabile di verifica

dell’attività svolta, di restituzione, di chiarimento, di individuazione delle eventuali lacune, all’interno dei criteri stabiliti da ogni autonomia scolastica, ma assicurando la necessaria flessibilità”.

La FAD prevede che si possano rappresentare momenti valutativi di diverso tipo, nell’ottica di un rilevamento complessivo della produttività scolastica, della responsabilità, della compartecipazione al dialogo educativo.

A titolo di esempio si potrebbero prevedere:

colloqui e verifiche orali in videoconferenza, con o senza presenza di due o più studenti;

test a tempo anche attraverso piattaforme e programmi specializzati;

verifiche e prove scritte, comprese simulazioni di prove d’esame, affidate loro per il tramite delle piattaforme virtuali, di mail o di altro appositamente scelto;

rilevazione della presenza e della efficace compartecipazione alle lezioni online;

regolarità e rispetto delle scadenze;

impegno nell’elaborazione e nella rimessa degli elaborati.

Ruoli di coordinamento

Essendo la FAD giornaliera è necessario assicurare una decisa azione di organizzazione non solo del dirigente scolastico ma principalmente da parte di figure di sistema, con riferimento ai:

coordinatori di dipartimento che:

  • incoraggiano la riprogettazione disciplinare;
  • indicano iniziative didattiche in rapporto alle discipline del piano di studio;
  • aiutano e determinano, talvolta, la cooperazione e sinergia tra docenti del dipartimento.
  • coordinatori di classe / interclasse / intersezione o dell’equipe pedagogica (Primaria):
  • condividono con i rispettivi cdc, cdi, ep il quadro delle lezioni online (orari non vincolanti, meglio indicare fasce orarie non sovrapponibili con altra materia) e ne avvisano la Dirigente;
  • restituiscono al Dirigente e ai rappresentanti di classe (genitori e studenti) il consuntivo quindicennale o mensile delle attività svolte dal CdC, CdI, Ep, raccogliendo le notizie dal registro elettronico;
  • compiono un monitoraggio continuo degli strumenti e delle misure adottati dal CdC, dal CdI o dall’Ep, per gli studenti con BES, in coesione con quanto concordato nei singoli PDP.

Tecnologie

L’Istituto si fa carico di mettere a disposizione dei docenti tutti quegli strumenti per la formazione e il rafforzamento della FAD, restando comunque fissata, come diritto costituzionalmente garantito, la libertà di scelta del singolo docente in coesione con i contenuti e gli obiettivi disciplinari. Ve ne sono tantissimi a partire dal registro elettronico e dalla poiattaforma che certamente prevede ed è già operativa. E poi, solo per esempio, GSuite for Edu: piattaforma integrata di strumenti per l’attivazione di classi virtuali (Classroom) e lezioni online (Meet), e per la condivisione di contenuti (Drive), documenti (Doc), fogli di calcolo (Fogli), Presentazioni e test (Moduli), solo per citare i principali. E, poi, Webex Meeting di Cisco: applicazione free per video lezioni (qui il tutorial). Se ne potrebbero indicare innumerevoli con l’unico obiettivo, però, di rafforzare e irrobustire la FAD.

Tecnologie per i DSA

La legge 170/ 2010, che tutela i soggetti con DSA, nell’individuare una didattica di tipo individualizza e personalizza, prevede che si possano utilizzare, meglio che si debbano suggerire e incentivare, “opportuni strumenti compensativi”, tra cui mezzi di apprendimento che siano alternativi e/o tecnologie di tipo informatico. Tutte le diverse Direttive Ministeriali, successivi alla legge 170/2010, marcano che l’adopero di tali misure deve essere assicurato se può garantire il successo scolastico e conseguenzialmente lo sviluppo delle potenzialità dell’alunno.

Solo a titolo esemplificativo si elencano alcuni di essi, come suggerimento per gli insegnanti che li vorranno utilizzare. Si raggruppano per categorie:

Lettura-Scrittura

Software compensativo destinato ai più piccoli con funzioni orientate al potenziamento e alla compensazione

LeggiXme_Jr_SP

FacilitOffice

Superquaderno

Software Anastasis

Geco

LeggiXme_SP

Balabolka

Carlo Mobile Pro

ePico

LeggiXme_USB

Pen Drive: Software fruibile senza installazione

PDF Reader: PDF-XChangeViewerMappe: Mind Maple

OCR Riconoscimento Ottico dei Caratteri

Personal Reader

Personal Reader MAP+

ALFaReader

TuxType

Keyzard

10dita

Tutoredattilo

Scrivere veloci con la tastiera

Strumenti per lo studio

CMapTools

Canva

Mind Maple

BluMind

SuperMappe Classic

SuperMappe Evo

IperMappe2

LiveScribe

Incolonnabili

Matematica ivana.it

Matematica Erickson

Didattica secondaria

Geogebra

EffeDiX

MateXme

RedCrab

Mathematics

LibreOffice Math

Infty Editor

MateMitica

PDF-XChangeViewer

Nitro Reader

Foxit Reader

Capture2text

FreeOCR

OCR Anastasis

OmniPage

Dragon Naturally Speaking

Potenziamento della Lettura – Scrittura

SW Didattici Gratuiti

ivana.it

Software Erickson

Potenziamento della lettura

Software Anastasis

Semplificazione dei testi (per insegnanti)

Software Caratteristiche Distribuzione

Faciltesto

Audacity

Sof

Tecnologie nella didattica a distanza con alunni con disabilità/BES:

I docenti nel considerare utile e funzionale, nella didattica a distanza con studenti con disabilità/BES, per raggiungere diversi obiettivi specifici, l’utilizzo delle tecnologie avranno cura di:

  1. produrre materiali didattici tecnologici o utilizzarne di altri;
  2. apprendimento collaborativo e cooperativo;
  3. inclusione;
  4. partecipazione attiva dell’alunno alla didattica;
  5. motivazione;
  6. valorizzazione degli stili di apprendimento;
  7. ampliamento delle competenze digitali dell’alunno.

Tra gli strumenti e ausili più diffusi e utilizzati troviamo:

Per i non vedenti

– Materiale in Braille prodotto da apposite stampanti.

– L’Optacon per la lettura dei testi “in nero” e dei dati video.

– Ausili su Personal Computer come:

* la “barra Braille” sulla quale è proposto in caratteri braille il contenuto delle singole righe dello schermo;

* i sintetizzatori vocali, o terminali parlanti;

* gli scanner per l’immissione automatica in computer di pagine a stampa (restituibili quindi in video, braille o voce)

Per gli ipovedenti

– funzioni di ingrandimento sullo schermo sia dei caratteri del video che di un testo

Stampato.

Per gli audiolesi

– si utilizza il “trasduttore voce/immagini” inserito nella rete di personal computer;

Per i disabili motori

– schermi per tastiera atti ad impedire la battitura di testi adiacenti;

– tastiere speciali con numero ridotto di tasti fino al monotasto, associate a speciali programmi che consentono proposte alternative per le singole operazioni

– emulatori di mouse, ecc.

Sul fronte del software non è necessaria solamente una differenziazione per problemi (ovvero facendo riferimento ai software relativi ai citati hardware per la vista, l’udito o per la motricità) ma principalmente una serie di classi con più sottili ripartizioni legate a specifiche difficoltà di apprendimento come i problemi di lateralizzazione, di spazialità, le disgrafie, le dislessie, le discalculie, i disturbi dell’attenzione.

La classificazione del software per disabili è capitata in base al criterio delle finalità operative e delle effettive funzionalità, che si articola nelle seguenti categorie:

– software per il controllo ambientale;

– software per la comunicazione;

– software per l’accesso all’elaboratore;

– software clinico, diagnostico e riabilitativo;

– software educativo, didattico e applicativo.

Supporto alle famiglie e agli studenti

Famiglie e studenti devono essere posti nelle condizioni di contattare il coordinatore o i singoli docenti tramite mail. Per questo sarebbe opportuno che sul registro elettronico sia linkato l’elenco dei docenti e la loro relativa mail

I CdC, i CdI, le Equipe pedagogiche possono, volendolo o su richiesta dei genitori, preparare videoconferenze con i genitori, per condividere il PDD (acronimo di piano didattica a distanza), per offrire tutte quelle spiegazioni, sciogliere dubbi.

Per effetto della situazione eccezionale e contingente, gli studenti casomai sospesi dalla frequenza possono intervenire alle lezioni online e a tutte le attività che si vogliono realizzare in remoto dai docenti.

Non ci si dimentichi che è possibile acconsentire al fatto che la didattica a distanza possa essere svolta su uno Smartphone connesso alla Rete; però, in caso di comprovata necessità di sostegno materiale per dotarsi della tecnologia necessaria, famiglie o studenti maggiorenni possono chiedere indicazioni al proprio istituto anche in ragione della dotazione di cui si farà carico a seguito dell’eccezionale finanziamento previsto dal “Decreto cura Italia”.

Basterà tutto ciò a fare della scuola dell’emergenza una scuola di successo? Principalmente adatta a ciascuno? Veicolo di democrazia educativa?

Gli insegnanti ci stanno scommettendo, il ministero sta facendo al sua parte, gli studenti spaesati stanno conquistando le piattaforme online.

Che sia questa la volta buona?